Capolavori alla Biblioteca Reale - Michelangelo e Leonardo


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Da La Stampa del 10 Febbraio 2006

di Angelo Mistrangelo

PRESTIGIOSI e preziosi fogli di grafica e una suggestiva statua lignea costituiscono il «corpus» della rassegna «Leonardo da Vinci. Capolavori in mostra / Michelangelo Buonarroti. Il Cristo Crocifisso» allestita nella Sala Leonardo della Biblioteca Reale, in piazza Castello 191. Aperta sino al 19 marzo (orario: 9-15, tel. 800 329329), questa esposizione offre l'opportunità di ammirare una raccolta di opere di assoluto valore, di cogliere il fascino di una linea che fissa un volto o delinea una scultura d'Arte Sacra.

Fonte: La Stampa

Per questo appuntamento, viene proposta la collezione di disegni leonardeschi della Biblioteca Reale, affiancata e messa a confronto, per la prima volta, con i prestiti provenienti dal Metropolitan Museum di New York, il Musée des Lettres et Manuscrits di Parigi, le Gallerie dell'Accademia di Venezia e il Gabinetto dei Disegni della Galleria degli Uffizi di Firenze. Nato ad Anchiano, presso Vinci, nel 1452, e morto nel 1519 a Cloux, vicino ad Amboise nella Loira, Leonardo a vent'anni entrò a far parte della Compagnia dei Pittori di Firenze e, nel 1507, venne nominato «pittore e ingeniere» alla corte di Luigi XII di Francia.
L'autore della «Gioconda» e dell'«Ultima cena» esprime, attraverso gli studi preparatori, gli schizzi e la forza del segno «fluente, di leggera ondulazione», come suggerisce Gian Carlo Sciolla, la sua indagine intorno alla figura umana, l'anatomia del cavallo, l'illustrazione di un carro. Ed è il segno che definisce il celebre «Autoritratto», una superba testa d'uomo eseguita a sanguigna su carta, databile intorno al 1515-1516, i nudi per la «Battaglia di Anghiari», il «Codice sul volo degli uccelli» (dove si legge: «Se l'ala e la coda sarà troppo sopra vento abbassa/ la metà dell'alia apposita e ricevivi dentro la percus/ sione del vento e si verrà a dirizarsi») e il «Busto di una figura con barba».

Si ricorda, tra gli altri, la testa di «giovane coronata di fronde» e quella «d'uomo di profilo a destra», sino al dolcissimo «Ritratto di fanciulla», che si ritiene lo studio per l'angelo della «Vergine delle rocce»: «uno dei più belli - ha scritto Kenneth Clark - oso dire, nel mondo».
E sul percorso di visita è stato inserito il «Cristo Crocifisso» attributo a Michelangelo, già esposto alla Biblioteca Reale nella primavera del 2005, in occasione della rassegna «Lo Sguardo e il Racconto». Di piccole dimensioni (40 cm circa), del 1495, questa statua intagliata in legno di tiglio, lievemente dipinta, mette in evidenza l'armonia delle forme assottigliate dei fianchi, la sottile malinconia che traspare dal volto, il senso di un modellato intenso e, contemporaneamente, elegante, doloroso e tenero. Il Crocifisso è, quindi, testimonianza e documento della straordinaria stagione creativa dell'artefice della «Pietà» e del «Giudizio Universale». E, tra le curiosità della sua attività, ha scritto un cronista del tempo che, a seguito di una forte nevicata avvenuta a Firenze il 22 gennaio 1494, Piero de' Medici chiamò Michelangelo, non ancora diciannovenne, e si fece fare nel cortile del palazzo una statua di neve. L'artista «non batté ciglio alla bizzarra richiesta». Che sia la prima installazione di neve della storia?

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Articolo tratto da: albertomoglioni.com - Il portale su Leonardo e non solo - http://www.albertomoglioni.com/
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